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Firenze al bivio: un ticket d’ingresso per i turisti? Il Ponte Vecchio lancia l’allarme

La città simbolo dell’arte mondiale non vuole diventare un parco giochi per turisti. Il cuore di Firenze, tra botteghe storiche e scorci unici, sta vivendo un momento delicato: troppi visitatori mordi e fuggi, poche ricadute economiche reali. Così nasce un’idea destinata a far discutere: far pagare un ticket giornaliero a chi entra in città senza pernottare.

Il problema del “turismo usa e getta”

Negli ultimi anni, Firenze ha visto crescere a dismisura il numero di visitatori giornalieri: circa 1,5 milioni di persone che attraversano il centro storico, scattano foto e se ne vanno, senza lasciare un euro nei negozi o negli alberghi. Un flusso imponente che pesa su strade, trasporti e servizi pubblici, ma che non genera le stesse entrate di chi soggiorna più giorni.

Federalberghi Firenze, voce di riferimento per gli albergatori, ha acceso il dibattito. Il presidente, Francesco Bechi, sostiene che un ticket potrebbe valorizzare chi sceglie davvero di vivere Firenze e non solo di consumarla in poche ore: “Serve un turismo più consapevole e rispettoso, che contribuisca al benessere della città e non solo al traffico delle vie centrali”.

Commercianti in difficoltà: “Incassi peggiori del periodo Covid”

Il malcontento arriva soprattutto da chi vive ogni giorno il centro storico. Gioiellieri, ristoratori e artigiani denunciano un calo delle vendite preoccupante. Fernando Vettori, storico orafo del Ponte Vecchio, racconta di vetrine piene e casse vuote: “La gente passa, fotografa, mangia panini sui gradini e riparte. Entrano in pochissimi e il fatturato è crollato, in alcuni mesi peggio della pandemia”.

Per questi operatori, il ticket non è una tassa punitiva, ma un modo per selezionare il flusso turistico, ridurre l’affollamento e riportare valore economico a chi mantiene viva l’anima della città.

Il peso dei numeri: Firenze tra record e fragilità

Il dato complessivo è impressionante: oltre 9 milioni di presenze annuali nel centro storico, un patrimonio straordinario ma anche difficile da gestire. Firenze è tra le mete più amate al mondo, ma questa popolarità si sta trasformando in un’arma a doppio taglio.

Senza un equilibrio tra qualità e quantità, rischia di diventare una cartolina affollata, dove la vita quotidiana dei residenti è sacrificata al selfie del turista. Per questo, tra le ipotesi discusse, c’è anche quella di destinare parte del ricavato del ticket a manutenzione, decoro urbano e trasporto pubblico, migliorando i servizi per tutti.

Un dibattito che divide

Non tutti, però, applaudono all’idea. C’è chi teme che un biglietto d’ingresso possa dare un’immagine ostile e chiusa di Firenze, danneggiando la storica ospitalità toscana. Alcuni cittadini vedono nel ticket una barriera inutile, che potrebbe spingere i turisti verso altre destinazioni.

Ma i favorevoli ribattono: non si tratta di escludere, ma di responsabilizzare. Una piccola quota giornaliera, spiegano, potrebbe rendere il turismo più sostenibile, migliorare la vivibilità urbana e restituire dignità economica a chi lavora tra le pietre rinascimentali.

Il futuro del Ponte Vecchio e di Firenze

La decisione finale non è ancora stata presa, ma il tema è caldo. Firenze dovrà scegliere tra due strade: mantenere libero l’accesso, con tutti i rischi di un turismo incontrollato, o sperimentare un modello di accesso regolamentato, che potrebbe diventare un precedente anche per altre città d’arte italiane.

In ogni caso, la discussione ha già raggiunto il suo obiettivo principale: ricordare a tutti che Firenze non è solo uno scenario per scattare foto, ma un organismo vivo, fatto di persone, botteghe e tradizioni che meritano rispetto.

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