Dal sogno lucido delle unghie perfette al divieto UE: come lo stop al TPO ha cambiato il settore nail e messo in crisi saloni e produttori

L’inizio di una nuova era per l’estetica
Negli ultimi dieci anni, il settore nail ha conosciuto una crescita senza precedenti. I gel semipermanenti e i trattamenti UV/LED sono diventati strumenti indispensabili per chi desidera unghie impeccabili, brillanti e durature. Grazie a prodotti sempre più innovativi, centri estetici e saloni di bellezza hanno visto crescere i loro ricavi e fidelizzare una clientela attenta alla qualità.
Tuttavia, dietro questa apparente perfezione si celava un ingrediente controverso: il TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide), un fotoiniziatore fondamentale per la polimerizzazione dei gel. L’Unione Europea lo ha classificato come CMR 1B, ossia sostanza potenzialmente cancerogena, mutagena e tossica per la riproduzione, imponendo quindi un divieto assoluto dal 1° settembre 2025.
Cosa prevede il divieto UE del TPO
Il regolamento europeo non lascia margini di interpretazione:
- Produzione, vendita e distribuzione vietate: tutti i cosmetici contenenti TPO non possono più essere messi in commercio.
- Uso e detenzione proibiti: anche i prodotti già acquistati o ancora sigillati devono essere ritirati e smaltiti come rifiuti speciali.
- Responsabilità legale: i saloni di bellezza che non rispettano la normativa rischiano sanzioni economiche significative, fino a 15.000 euro, e nei casi più gravi anche pene detentive.
Questa decisione, pensata per salvaguardare la salute dei consumatori, ha avuto un impatto immediato sull’economia del settore, creando una vera e propria emergenza per saloni, fabbriche e distributori.
L’impatto sui saloni di bellezza
Per i professionisti del settore nail, la notizia è stata un vero e proprio shock. Molti saloni avevano acquistato scorte ingenti di gel e smalti TPO nei mesi precedenti, convinti che il loro investimento avrebbe garantito continuità lavorativa per tutta la stagione.
Le conseguenze principali sono state:
- Smaltimento obbligatorio delle scorte
Tutti i prodotti contenenti TPO devono essere trattati come rifiuti speciali. I costi per lo smaltimento variano a seconda della quantità e del servizio scelto, ma per un salone medio si aggirano tra 500 e 2.000 euro. - Acquisto di prodotti alternativi
Per continuare a lavorare, i saloni devono sostituire i prodotti vietati con linee TPO-free, spesso più costose. La spesa media per sostituire scorte e materiali si stima tra 1.000 e 3.000 euro per salone. - Perdita di fatturato
Durante il periodo di transizione, alcuni centri hanno dovuto ridurre le prenotazioni o rifiutare clienti, con un calo del fatturato stimabile fino al 10-15% mensile per le piccole imprese.
Esempi concreti arrivano da diverse regioni italiane: alcuni saloni a Milano e Roma hanno dichiarato perdite dirette superiori ai 10.000 euro solo per smaltimento e riacquisto di prodotti sicuri. In altri casi, i costi indiretti legati a clienti persi e promozioni annullate hanno fatto lievitare le perdite complessive oltre i 15-20.000 euro per salone.
Le fabbriche e i distributori colpiti dal divieto
Anche i produttori e distributori hanno subito conseguenze pesanti. Le aziende che producevano gel e smalti con TPO hanno dovuto fermare le linee produttive, riformulare le formule e sostenere spese aggiuntive per la ricerca e sviluppo.
Alcune stime indicano che le perdite a livello industriale in Europa superano i milioni di euro:
- Fabbriche di medie dimensioni hanno dovuto smaltire decine di migliaia di flaconi invendibili, con danni stimati tra 50.000 e 200.000 euro per singola azienda.
- I distributori hanno affrontato perdite simili, dovendo ritirare scorte dai magazzini e dai punti vendita, con costi logistici aggiuntivi fino a 30.000 euro per sede.
Questo ha creato un effetto domino: i saloni pagano di più per i nuovi prodotti, le fabbriche affrontano costi aggiuntivi e i clienti, inevitabilmente, vedono crescere i prezzi dei trattamenti.
L’emergere di alternative sicure
Nonostante le difficoltà, il settore ha reagito rapidamente. Molti marchi hanno sviluppato fotoiniziatori alternativi, garantendo gel e smalti conformi alla normativa UE senza compromettere durata, brillantezza e facilità di applicazione.
Alcuni esempi di linee già sul mercato:
- CNC International: prodotti completamente TPO-free, sicuri e duraturi.
- Mesauda Nail Pro: gel professionali con fotoiniziatori alternativi.
- Estrosa e Mida Nail Care: linee riformulate già a partire dall’estate 2025.
L’adozione di queste soluzioni ha permesso a molti saloni di riprendere l’attività senza interruzioni, sebbene a un costo più alto rispetto ai prodotti precedenti.
Il lato umano della crisi
Oltre ai numeri, c’è un impatto sociale notevole. Molti estetisti hanno vissuto settimane di incertezza: personale temporaneo sospeso, clienti insoddisfatti, fornitori non sempre collaborativi. Le associazioni di categoria stimano che migliaia di lavoratori nel settore nail abbiano subito riduzioni di stipendio o ritardi nei pagamenti, soprattutto nelle piccole realtà indipendenti.
Le lezioni da trarre
Il divieto del TPO rappresenta una svolta epocale per la sicurezza, ma anche un esempio lampante di quanto un cambiamento normativo possa influenzare l’economia reale. Alcuni punti chiave da considerare:
- Controllare sempre gli ingredienti
I professionisti devono conoscere bene i componenti dei prodotti, anticipando possibili modifiche normative. - Pianificare scorte e acquisti
Accumulare stock in quantità eccessive può diventare un rischio finanziario se non si conoscono eventuali restrizioni future. - Investire in ricerca e formazione
L’aggiornamento continuo su prodotti sicuri e alternative innovative può trasformare una crisi in opportunità di crescita.
Conclusione
Il divieto del TPO nei prodotti per unghie ha cambiato radicalmente il settore, portando con sé perdite milionarie per fabbriche, distributori e saloni di bellezza, costi imprevisti per smaltimento e sostituzione dei prodotti, e un aumento dei prezzi dei servizi offerti.
Tuttavia, il settore nail ha dimostrato resilienza: con innovazioni tecnologiche, formulazioni sicure e una maggiore attenzione alla salute dei clienti, estetisti e produttori stanno trasformando questa crisi in un’opportunità per offrire servizi più sicuri, moderni e competitivi.
In questo scenario, chi saprà adattarsi rapidamente alle nuove normative, investire in prodotti alternativi e comunicare ai clienti la sicurezza dei trattamenti, sarà il vincitore della nuova era del nail care in Europa.