Milano sotto shock: Baby Gang arrestato con tre pistole, una nascosta in hotel e due nel doppio fondo di un mobile

L’irruzione in albergo
Milano torna al centro delle cronache con un arresto che scuote la scena musicale. Gli agenti hanno fermato Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 24 anni.
Il rapper si trovava in un albergo di via Vallazze. Nella sua stanza, la polizia ha scoperto una pistola calibro 9 con matricola abrasa e un caricatore con nove cartucce.
Le armi nell’abitazione
Dopo il blitz in hotel, gli investigatori hanno esteso la perquisizione alla casa del rapper. In un mobile con doppio fondo hanno trovato altre due pistole. Le armi erano nascoste con cura, ma non sono sfuggite ai controlli.
Un nome già noto alle forze dell’ordine
Baby Gang non è nuovo a episodi di questo tipo. Il tribunale lo aveva già sottoposto a sorveglianza speciale. La sua carriera musicale racconta la vita di strada e il riscatto sociale, ma spesso le cronache giudiziarie hanno oscurato i successi artistici.
Le accuse
La polizia contesta al rapper il porto e la detenzione illegale di armi comuni da sparo. La pistola con la matricola abrasa, trovata in hotel, pesa come prova diretta. La posizione di Mouhib appare grave e il procedimento potrebbe portare a pene severe.
Le reazioni
La notizia ha diviso pubblico e fan. Alcuni difendono il rapper e vedono la sua musica come semplice narrazione. Altri lo accusano di confondere scena artistica e vita reale.
Il caso accende il dibattito sul rapporto tra trap, gioventù e criminalità.
Milano al centro della scena
La città resta simbolo di due volti opposti: capitale culturale e musicale da un lato, terreno fertile di tensioni sociali dall’altro. Con Baby Gang in manette, Milano si ritrova ancora una volta al centro della discussione nazionale su sicurezza e giovani artisti.