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Salti Estremi alla Biblioteca degli Alberi: Ragazzini si Lanciano da Grattacieli a Milano, Scoppia l’Allarme Sicurezza

Un episodio adrenalinico tra i grattacieli di Porta Nuova

Milano si risveglia con l’ennesima notizia che scuote la cittadinanza e le istituzioni: un gruppo di adolescenti si è lanciato da uno dei grattacieli nei pressi della Biblioteca degli Alberi, nel quartiere futuristico di Porta Nuova. L’impresa, rigorosamente ripresa con smartphone e action cam, è stata diffusa sui social in poche ore, diventando virale e generando un’ondata di polemiche e preoccupazioni.

Il fatto sarebbe avvenuto nel cuore della notte, quando l’area è meno presidiata. I ragazzi si sarebbero introdotti in un edificio in costruzione o semi-aperto, raggiungendo un punto sopraelevato da cui effettuare il salto con piccoli paracadute o tute da planata. Alcuni testimoni parlano anche di lanci da terrazze condominiali, situate nei pressi della BAM, sfruttando probabilmente qualche complicità interna o accessi lasciati incustoditi.

Un video virale che incendia i social

Come ormai accade sempre più spesso, l’evento è diventato di dominio pubblico grazie ai social network. Il video, montato con musica trap e frasi ad effetto come “Solo Dio ci giudica” o “Milano non dorme mai”, mostra almeno due ragazzi minorenni lanciarsi nel vuoto per poi atterrare con difficoltà in un’area verde non lontana dal sentiero principale della Biblioteca degli Alberi.

Nel giro di poche ore, il contenuto ha raggiunto oltre 1 milione di visualizzazioni su Instagram e TikTok, innescando commenti contrastanti. C’è chi li incensa come “nuovi eroi urbani” e chi invece – la maggioranza – condanna l’azione come sconsiderata e irresponsabile.

Le autorità hanno già aperto un’inchiesta per identificare i responsabili. La Polizia Locale e la Questura stanno analizzando i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona. Non è escluso che vengano contestati reati come violazione di proprietà privata, messa in pericolo della pubblica incolumità e istigazione a comportamenti pericolosi.

Una zona simbolo della nuova Milano

Il gesto ha avuto un forte impatto anche per il luogo in cui è avvenuto. La Biblioteca degli Alberi, cuore verde del nuovo skyline milanese, è diventata negli ultimi anni un simbolo della rinascita urbanistica della città. Circondata da torri residenziali, uffici, spazi espositivi e opere d’arte a cielo aperto, rappresenta una delle zone più frequentate dai cittadini, soprattutto nei weekend e durante gli eventi culturali.

Proprio per questo, la zona è normalmente considerata sicura, anche grazie a una sorveglianza diffusa e alla presenza costante di famiglie, runner, turisti e professionisti. Tuttavia, l’episodio ha evidenziato una falla nelle misure di controllo notturne, soprattutto nei pressi degli edifici non ancora completamente attivati o accessibili da più punti.

Il richiamo dell’estremo: una nuova “moda” urbana

Dietro gesti come questo si cela una tendenza sempre più diffusa tra i giovani: cercare l’adrenalina attraverso esperienze estreme in contesto urbano, documentandole e condividendole online per ottenere visibilità, likes e follower.

Secondo il sociologo Marco Vismara:

“Siamo davanti a una nuova forma di ‘prestazione identitaria’. Il pericolo non è solo fisico, ma simbolico: chi si lancia sfida non solo la gravità, ma anche la società, l’autorità, le regole. È un modo per sentirsi vivi e visibili in un mondo che spesso ignora i giovani se non si mettono in mostra.”

Questa mentalità è alimentata da piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube, dove le imprese estreme – dai salti tra i tetti agli arrampicatori abusivi su grattacieli – generano milioni di visualizzazioni. A rendere ancora più preoccupante la questione è la facilità con cui queste sfide vengono replicate, anche da minorenni privi di qualsiasi preparazione atletica o consapevolezza dei rischi.

Rischio emulazione: la preoccupazione dei genitori

Dopo la diffusione del video, molti genitori e residenti della zona hanno espresso forte preoccupazione per l’effetto emulativo che potrebbe scatenarsi tra altri adolescenti. “Abitiamo qui da tre anni, mai avremmo pensato che un parco così bello potesse diventare teatro di queste follie,” afferma Paola, madre di due ragazzi che frequentano il liceo nei pressi della BAM.

Il Comune di Milano, da parte sua, ha subito convocato un tavolo tecnico straordinario con le forze dell’ordine, la Protezione Civile e i gestori degli spazi pubblici del quartiere per rafforzare i controlli e installare sistemi di dissuasione e sorveglianza, soprattutto nei punti critici degli edifici vicini al parco.

Il ruolo delle piattaforme: libertà o irresponsabilità?

Ancora una volta, il caso porta alla luce il ruolo ambiguo delle piattaforme social, che da un lato consentono la diffusione di contenuti creativi e stimolanti, ma dall’altro spesso diventano megafoni per atti pericolosi e diseducativi. TikTok, dopo una prima fase di viralizzazione, ha rimosso il video incriminato, ma le copie continuano a circolare in decine di account secondari.

Secondo l’esperta di media digitali Stefania Leoni:

“Serve un sistema di risposta rapida tra social network e autorità locali. Non si tratta di censura, ma di salvaguardia: quando si mette a rischio la vita, la viralità deve essere interrotta sul nascere.”

Alcuni politici milanesi propongono una stretta legislativa sulla diffusione di contenuti pericolosi, soprattutto se compiuti da o con minorenni. Tuttavia, resta il problema di fondo: educare i giovani a un uso consapevole e responsabile della rete.

Che fare? Tra repressione e prevenzione

Il dibattito si sposta ora su come affrontare il fenomeno: punire duramente per scoraggiare le repliche? O puntare sulla prevenzione e sull’educazione civica e digitale?

L’assessore alla sicurezza Marco Granelli ha dichiarato che “la repressione non basta. Dobbiamo costruire reti educative che coinvolgano scuola, famiglia, quartieri, parrocchie, centri sportivi. I ragazzi devono sapere che non serve rischiare la vita per farsi notare.”

Sono in programma nelle prossime settimane campagne di sensibilizzazione nei licei milanesi, incontri con esperti, testimonianze di atleti professionisti e vittime di incidenti urbani, per contrastare la narrazione tossica del “pericolo come divertimento”.

Conclusione: Milano tra innovazione e fragilità

Milano, città dell’innovazione e della modernità, si trova ancora una volta a dover gestire le contraddizioni del proprio modello urbano. Se da un lato la rinascita architettonica ha generato luoghi iconici e attrattivi, dall’altro questi stessi spazi diventano scenari ideali per chi cerca visibilità a tutti i costi, anche sfidando la morte.

Il salto alla Biblioteca degli Alberi non è solo un gesto pericoloso: è un campanello d’allarme sociale. Serve una riflessione collettiva su cosa offriamo ai giovani in termini di ascolto, opportunità, senso di appartenenza. Solo così si potrà evitare che l’adrenalina urbana diventi la nuova dipendenza delle generazioni future.

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